lunedì 29 aprile 2024

Borghi d'Europa e la collaborazione informativa con il Parlamento Europeo - LE Dolomiti Friulane e Il Castello di Meduno




La zona delle Dolomiti Friulane è stata inserita nella lista dei patrimoni mondiali naturali dell'UNESCO il 26 giugno 2009. Si tratta di un territorio selvaggio, di una bellezza spettacolare, sede di un Parco Reginale, il cui simbolo, non a caso è un’aquila reale (presente in queste valli) posto a cavallo fra le province di Pordenone e di Udine. Le suggestive vallate, incontaminate e selvagge presentano un patrimonio paesaggistico fatto di splendidi boschi con abeti secolari e verdeggianti pascoli e sorvegliato dall’alto dai torrioni dolomitici.

Campanile di Val Montanaia



La presenza dell’uomo è segnata da numerose casere e le malghe, in cui nascono gli indimenticabili formaggi, che recano i profumi della vegetazione alpina.

Il Castello di Meduno

Uno del più famosi Castelli della zona era il Castello di Meduno, che fu edificato nel 1136 sul crinale del colle di San Martino per volere del vescovo di Concordia e fu assegnato in feudo ai signori di Meduno che, in seguito, divennero vassalli del Patriarca di Aquileia.

di cui rimangono solo pochi resti a causa del terremoto che nel sconvolse la zone, e dell’uso successivo delle pietre del Castello per realizzare nuove costruzioni.

castello di Meduno, sede dell’omonima famiglia feudale, posto su un crinale, sopra il capoluogo. Tale Castello, citato per la prima volta in un documento del 1136 fu a lungo conteso fra dai signori di Maniago e quindi dagli eserciti degli Spilimbergo, dei Strassoldo, dei Prata, dei Polcenigo e degli Urusbergo, alleati del duca Rodolfo d’Austria contro il patriarca Lodovico della Torreed infine assediato dalle truppe di Francesco da Carrara. Danneggiato dal terremoto del 1776, il Castello venne in seguito abbandonato e le sue strutture murarie spoliate per costruire nuovi edifici.

Meduno è famosa in tutto il mondo per i suoi artigiani della pietra, di cui il più famoso fu senz’altro Luigi Del Bianco, capomastro di uno dei cantieri più famosi al mondo, quello di Mount Rushmore National Memorial, dove furono scolpiti nella roccia i volti giganteschi di quattro storici presidenti statunitensi: George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosvelt e Abraham Lincoln.

Gianluigi Pagano 


sabato 27 aprile 2024

Borghi d'Europa e la collaborazione informativa con il Parlamento Europeo/ Gli Eventi – Castelmagno (4)

 



L’Ecomuseo Terra del Castelmagno nell’ambito della rassegna EXPA – Esperienze X Persone Appassionate propone per il 2024 un nuovo progetto espositivo presso il Museo Terra del Castelmagno a San Pietro di Monterosso Grana. Un ciclo di esposizioni ideate in seguito alla selezione “Sénpie – Call to exhibit” pubblicata a novembre 2023 dedicato alle espressioni artistiche contemporanee. L’iniziativa vuole arricchire la proposta museale nel corso dell’apertura annuale e proporre sul territorio alcune delle tante espressioni creative contemporanee legate sia a temi territoriali ma anche a sperimentazioni innovative che guardano alle complesse tematiche del nostro presente.


Si propone quindi un calendario di mostre declinate in tre filoni artistici diversi che arricchiscono ulteriormente la proposta museale durante le aperture del Museo da aprile a novembre.


Le mostre declinate secondo un filone illustrativo, un filone fotografico e un filone artistico saranno visitabili sabato e domenica dalle 15 alle 18 a partire da sabato 5 aprile.


Ad inaugurare la rassegna sarà l’illustratore Marco Paschetta con i disegni realizzati per l’“Abbecedario Occitano” realizzato nel 2022 dall’Unione Montana Valle Stura con testi curati da Caterina Ramonda, edito da La Cevitou. La mostra si compone di 21 immagini realizzate con pastelli morbidi e grafiti colorate, rappresentanti le ventuno parole occitane selezionate per la realizzazione dell’Abbecedario. Le illustrazioni offrono al lettore un appiglio all’immaginario e di portare il paesaggio reale delle valli nel libro. La mostra sarà inaugurata sabato 5 aprile e sarà visitabile gratuitamente negli orari di apertura del Museo fino a domenica 12 maggio.


Marco Paschetta è illustratore e fumettista. Affianca all’attività di illustratore quella di docente presso la Scuola Internazionale di Comics (Torino). Svolge laboratori didattici di illustrazione e fumetto con bambini e ragazzi. Nella scorsa edizione di EXPA Marco Paschetta e Caterina Ramonda hanno già realizzato un laboratorio per bambini a partire dalle parole e dalle illustrazioni dell’Abbecedario.


Il calendario proseguirà con le installazioni artistiche di Cristina Saimandi da sabato 18 maggio a domenica 9 giugno. L’artista esporrà al Museo Terra del Castelmagno due installazioni dal titolo “Respiri” e “Dove non si regna”. Respiri è un’installazione sonora formata da quattro ceramiche da cui fuoriescono un suono di respiro e voce liberamente rielaborati dal musicista Siro Giri.


Mentre “Dove non si regna” si compone di 9 piccoli cubi in porcellana rappresentanti in maniera astratta i “paesaggi interiori” accostati alla proiezione di 54 facce dei cubi.


Si proseguirà poi con il filone illustrativo con Giulia Ramero, giovanissima illustratrice di Cuneo che ha realizzato le immagini del progetto EXTRAMUSEO – L’Ecomuseo ti parla, due nuovi percorsi per famiglie realizzati in contemporanea dall’Ecomuseo della Pastorizia a Pontebernardo e l’Ecomuseo Terra del Castelmagno a San Pietro di Monterosso. La mostra sarà visitabile a partire da sabato 15 giugno, giorno dell’inaugurazione dei due percorsi, fino a domenica 28 luglio.


Durante l’estate si proseguirà con il filone fotografico da sabato 3 agosto a domenica 15 settembre con la mostra “Il canto delle Alpi” di Paolo della Rocca. Il fotografo naturalista originario della Valle Varaita presenta una galleria di istantanee che avranno come protagonisti gli animali selvatici delle nostre montagne.


A chiudere il ventaglio di proposte sarà la mostra conclusiva del progetto “A.Fuoco – Fakenews in Valle Grana” realizzata dall’Ecomuseo in collaborazione con Oliver Migliore, noto fotografo, ritrattista e viaggiatore e l’illustratore cuneese Alfredo Dellavalle. Le opere saranno visitabili da sabato 21 settembre a domenica 10 novembre.


Per saperne di più visitare la pagina www.terradelcastelmagno.it/expa-esperienze-per-persone-appassionate, o contattare Ecomuseo Terra del Castelmagno al +39 329 4286890 o expa.terradelcastelmagno@gmail.com


Calendario mostre (aprile-novembre):


Abbecedario Occitano – Illustrazioni di Marco Paschetta


Da sabato 5 aprile a domenica 12 maggio


Respiri” e “Dove non si regna” – Installazioni dell’artista Cristina Saimandi


Da sabato 18 giugno a domenica 9 giugno


EXTRAMUSEO – L’Ecomuseo ti parla – Illustrazioni di Giulia Ramero


Da sabato 15 giugno a domenica 28 luglio


Il canto delle Alpi – Fotografie di Paolo della Rocca


Da sabato 3 agosto a domenica 15 settembre


A.Fuoco – Fakenews in Valle Grana – Con Alfredo Dellavalle e Oliver Migliore


Da sabato 21 settembre a domenica 10 novembre


Museo Terra del Castelmagno, Via Mistral 89, San Pietro di Monterosso Grana 12020. Aperture sabato e domenica dalle 15 alle 18 e su prenotazione.




In occasione delle Elezioni europee di giugno 2024, Borghi d'Europa e Parlamento Europeo hanno deciso di riavviare il progetto di collaborazione informativa, per promuovere la partecipazione dei cittadini dei Borghi Europei all'evento elettorale e dare una solidità internazionale alla rinnovata scelta dei 40 Borghi per il prossimo quinquennio. Borghi d'Europa sceglierà un numero cospicuo di borghi dalla rete BELC - Rete europea di consiglieri regionali e locali.




Elezioni europee

6-9 giugno 2024 Perché è importante votare

Tra il 6 e il 9 giugno 2024 milioni di europei parteciperanno a plasmare il futuro della democrazia europea in occasione delle elezioni europee.


Si tratta di un momento unico in cui tutti noi possiamo decidere collettivamente sul futuro dell'Unione europea. Votare è sempre importante, a livello locale, nazionale o europeo. È un'ottima opportunità per esprimere la tua opinione sui temi che ti stanno a cuore.


Usa il tuo voto per contribuire a cambiare il mondo in cui vivi

È facile dimenticare quante persone sono interessate dall'esito delle elezioni europee. Il Parlamento europeo adotta leggi che riguardano tutti: grandi paesi e piccole comunità, società potenti e giovani start-up, la sfera globale e quella locale.


La legislazione dell'UE affronta la maggior parte delle priorità delle persone: l'ambiente, la sicurezza, la migrazione, le politiche sociali, i diritti dei consumatori, l'economia, lo Stato di diritto e molte altre ancora. Oggi ogni tema di spicco a livello nazionale presenta anche una prospettiva europea.


Il tuo voto deciderà quali deputati al Parlamento europeo ti rappresenteranno nell'elaborazione delle nuove leggi e influenzeranno l'elezione della Commissione europea. Queste decisioni plasmeranno la tua vita quotidiana e quella di molti altri.


Usa il tuo voto per affrontare le sfide globali che ci circondano

In un mondo sempre più complesso, instabile e interconnesso, l'Unione europea si occupa di sfide globali che nessun paese dell'UE può affrontare con successo da solo. Affrontare le numerose sfide che ci troviamo davanti non è un compito semplice, e votare è il modo in cui puoi influire sulla direzione da seguire.


Usa il tuo voto per sostenere la democrazia

La democrazia non dovrebbe mai essere data per scontata. È un traguardo collettivo e una responsabilità collettiva in cui tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere.


La democrazia inizia con le persone: siamo noi che diamo inizio al processo votando alle elezioni europee e le decisioni adottate in quel contesto influiranno sulla nostra vita. Se non partecipiamo, non abbiamo la possibilità di plasmare il futuro; ma al di là di questo, la democrazia parlamentare europea perde la sua forza e i suoi valori perdono significato.

Quante più persone votano, tanto più forte sarà la democrazia.


venerdì 26 aprile 2024

Borghi d'Europa e la collaborazione informativa con il Parlamento Europeo/ Gli Eventi – Breda di Piave (3)


Il Percorso Internazionale Aquositas valorizza il pesce di fiume, grazie al Partenariato d'informazione della Itticoltura Tonini di Saletto (Breda di Piave).

La proposta cucinaria riguarda lo storione, superbamente interpretato dalla Hostaria Manareta di Candelù.


Lo storione è un pesce della famiglia degli Acipenseridi; è una specie piuttosto rara nei nostri mari, ed è pescato durante il periodo della riproduzione, quando risale lungo i fiumi.

Il corpo dello storione è allungato; la testa, anch'essa lunga, ha la forma triangolare. La bocca, priva di denti, è provvista di 4 barbigli.

Dal dorso grigio e il ventre bianco, lo storione ha dimensioni molto variabili: la sua lunghezza, infatti, può variare dai 50 cm a 4 metri!

A livello alimentare lo storione è apprezzato per le sue carni bianche e soprattutto per le sue uova, da cui si ricava il caviale.





Uso in cucina

In cucina lo storione è apprezzato soprattutto per le sue uova, da cui si ottiene il caviale, molto apprezzato per ricette di raffinati aperitivi, in tartine di pane spalmato di burro, col limone o con i blini russi, una sorta di crespelle.

La carne dello storione, bianca e non troppo magra, è cucinata in ricette simili a quelle con cui si prepara il tonno: alla brace o in padella. Inoltre lo storione è anche utilizzato nell'industria conserviera e affumicato.


Fino a qualche decennio fa i fiumi dell'Alto Adriatico, dal Po al Livenza, al Piave, al Sile ne erano popolati e la loro pesca costituiva una fonte di ricchezza. Allo stato attuale, è considerato una specie in pericolo di estinzione, per cui, con successo, si sono aumentati gli sforzi di produzione in cattività, sia per riproporlo in tavola, che per ripopolare la fauna ittica lei nostri fiumi.




In occasione delle Elezioni europee di giugno 2024, Borghi d'Europa e Parlamento Europeo hanno deciso di riavviare il progetto di collaborazione informativa, per promuovere la partecipazione dei cittadini dei Borghi Europei all'evento elettorale e dare una solidità internazionale alla rinnovata scelta dei 40 Borghi per il prossimo quinquennio. Borghi d'Europa sceglierà un numero cospicuo di borghi dalla rete BELC - Rete europea di consiglieri regionali e locali.


Elezioni europee

6-9 giugno 2024 Perché è importante votare

Tra il 6 e il 9 giugno 2024 milioni di europei parteciperanno a plasmare il futuro della democrazia europea in occasione delle elezioni europee.


Si tratta di un momento unico in cui tutti noi possiamo decidere collettivamente sul futuro dell'Unione europea. Votare è sempre importante, a livello locale, nazionale o europeo. È un'ottima opportunità per esprimere la tua opinione sui temi che ti stanno a cuore.


Usa il tuo voto per contribuire a cambiare il mondo in cui vivi

È facile dimenticare quante persone sono interessate dall'esito delle elezioni europee. Il Parlamento europeo adotta leggi che riguardano tutti: grandi paesi e piccole comunità, società potenti e giovani start-up, la sfera globale e quella locale.


La legislazione dell'UE affronta la maggior parte delle priorità delle persone: l'ambiente, la sicurezza, la migrazione, le politiche sociali, i diritti dei consumatori, l'economia, lo Stato di diritto e molte altre ancora. Oggi ogni tema di spicco a livello nazionale presenta anche una prospettiva europea.


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Usa il tuo voto per affrontare le sfide globali che ci circondano

In un mondo sempre più complesso, instabile e interconnesso, l'Unione europea si occupa di sfide globali che nessun paese dell'UE può affrontare con successo da solo. Affrontare le numerose sfide che ci troviamo davanti non è un compito semplice, e votare è il modo in cui puoi influire sulla direzione da seguire.


Usa il tuo voto per sostenere la democrazia

La democrazia non dovrebbe mai essere data per scontata. È un traguardo collettivo e una responsabilità collettiva in cui tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere.


La democrazia inizia con le persone: siamo noi che diamo inizio al processo votando alle elezioni europee e le decisioni adottate in quel contesto influiranno sulla nostra vita. Se non partecipiamo, non abbiamo la possibilità di plasmare il futuro; ma al di là di questo, la democrazia parlamentare europea perde la sua forza e i suoi valori perdono significato.

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sabato 13 aprile 2024

Borghi d'Europa e la collaborazione informativa con il Parlamento Europeo – Lucito (Molise - rete BELC)

 


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno scelto di inserire Lucito nella rete internazionale de 'Borghi d'Europa e la collaborazione informativa con il Parlamento Europeo'.




Lucito è posto in una valle popolata di uliveti che va digradando verso le sponde del fiume Biferno. La parte settentrionale è coronata da colline, rivestite sulla cima di querceti e ai fianchi di alberi da frutto. Il paese si trova a 460 metri sopra il livello del mare, con clima temperato e costante. Il territorio è bagnato dal fiume Biferno, mentre i colli prendono diverse denominazioni: Serramorice, Casino, Li Monti, Colle Pagliariello, Colle delle Streghe, Ferrara, S. Angelo Altissimo.



Sembra che l’etimologia di Lucito derivi da “lucus”, bosco consacrato alla divinità, ovvero da saliceto, volgarmente “sauceto”, da cui potette derivare Luceto. Anticamente lo stemma di Lucito era costituito da un braccio con in mano un ramo di quercia sormontato da una stella. Attualmente lo stemma è composto da una “L” con tre stelle in campo azzurro, circondato da un ramo di quercia ed uno di ulivo, alberi caratteristici del territorio. La nascita del borgo deve essere fatta risalire all’ epoca della dominazione longobarda, quando pastori e agricoltori, per sfuggire alle invasioni, si rifugiavano nelle caverne scavate nel tufo della collina denominata “Colle a grotte”, su cui poi è sorto Lucito. Al borgo storico, che si sviluppa lungo il pendio della collina, si accedeva tramite la “Porta Maggiore”, adiacente al palazzo marche sale. Le case alte e serrate dei lati fungevano da bastioni. L’assetto urbano era stato progettato secondo criteri di fortificazione, considerando le frequenti invasioni e saccheggi a cui questi territori erano soggetti. Le prime notizie dei feudatari di Lucito si hanno nel 1188, quando Gionata di Balbano, signore del feudo, partecipò con gli altri paesani alla prima crociata in Terra Santa per la liberazione del Santo Sepolcro. Alla fine del 1200 il feudo passò dai signori Caracciolo alla famiglia di Sangro. Nel 1560 Vittoria e Lucrezia di Sangro, entrambe monache, donarono il feudo alla madre Adriana Tomacello, che sposò Alfonso Piscicelli. Nel 1655, i creditori di Piscicelli ottennero la vendita all’asta dei suoi feudi, decretando così la separazione di Castelbottaccio e Lucito (acquistato quest’ultimo dal marchese Francesco Capecelatro). Molto interessante, da vedere, è il Palazzo Capecelatro, un edificio dalle origini molto antiche, risalenti al medioevo, quando le funzioni erano prevalentemente militari. Con la sua notevole mole domina sia il borgo che la vallata sottostante. Al Palazzo ed al borgo si accede a Nord attraverso la “Porta Maggiore”, costituita da un arco a sesto acuto, posta sotto il Palazzo stesso, e dalla “Porta a Piedi”, posta a Sud. Il palazzo, cui si accede attraverso un ampio portale, è costituito da due piani inferiori oltre al piano nobile. Molte opere di ammodernamento lo hanno privato si elementi di arredo fisso e di finiture di sicuro interesse, pur restando in opera tutto l’apparato originario delle strutture orizzontali sia voltaree che lignee, nonché i portali in pietra, le mensole di finestre e balconi ed altri elementi significativi come le cornici in pietra lavorata, le iscrizioni, gli stemmi.





Da visitare c’è anche il Palazzo De Rubertis, la cui costruzione è collocabile nella prima metà del XVII secolo, uno dei primi edifici di una certa importanza ad essere stato costruito fuori dalla cinta muraria seicentesca del centro abitato di Lucito e, quindi, ad essere stato sottratto alla protezione del Castello Marchesale. L’elemento più interessante è la facciata principale d’austera ed elegantissima fattura, eseguita da maestri scalpellini napoletani su progetto di un noto architetto (Vanvitelli). La facciata si compone di un triplice ordine: Dorico, Ionico e Corinzio, scanditi da lesene semplici e da accoppiate e segnate da trabeazioni. Il Palazzo De Rubertis è una tipica residenza urbana di una famiglia borghese del ‘700, costituendo un esempio ed una testimonianza di un preciso periodo storico.

Per quanto riguarda l’architettura del Palazzo de Rubertis-Perrotti ancora oggi corrisponde abbastanza fedelmente al progetto di ampliamento voluto da Michele de Rubertis, che tra il 1790 ed il 1810 ne effettuò la ristrutturazione. In quella occasione, alla corte aperta (risalente al 1600), che attualmente costituisce l’androne interno di ingresso, venne incorporato il preesistente edificio tale da realizzare un palazzo di struttura murattiana. Infatti anche l’affacciata sulla gradinata che conduce alla piazza che attualmente si presenta in pietra a vista, in origine era interamente intonacata in rosa con fregi alle ornie e al cornicione in bianco secondo la moda dei primi dell’800. Il giardino posteriore venne creato verso il 1810 su disegni del botanico napoletano Mario Tenore, ideatore del “Real Giardino delle Piante”, l’attuale Orto Botanico di Napoli, amico di Giuseppe de Rubertis, figlio di Michele.



Tra i monumenti particolarmente importanti si segnala: la Cappella di S. Gennaro, che venne fondata nel 1731 dal Marchese Francesco Capecelatro. Il piccolo tempio, dedicato a S. Antonio Abate, protettore della famiglia Capecelatro, era congiunto al Palazzo Marchesale, da cui si accedeva con una scala a chiocciola attraverso un piccolo campanile. Nel 1767, l’Università di Lucito autorizzò i lavori di ampliamento, concernenti la realizzazione di una volta a pietra su una strada posta ad oriente, a condizione che nel tempio venisse celebrata una messa quotidiana e si desse pubblico accesso a tutti i cittadini. Il secondo ampliamento risale al 1777, quando fu realizzata la parte lungo i lati posti a Nord (Piazza pubblica). Nel 1805, a causa di un terremoto, crollò il locale ad uso sagrestia. Venne così acquistato il suolo posto a Sud e con quest’ultimo ampliamento la Chiesa assunse quella che è poi venuta la forma definitiva. Quando nel 1808 i Capecelatro cessarono di reggere Lucito, poiché sotto Gioacchino Murat fu abolita la feudalità, la Chiesa passò con tutti i suoi beni alla Diocesi. Fu sconsacrata nei primi anni del Secolo e non si conoscono i motivi. L’abbandono e l’incuria portarono l’edificio ad una soglia quasi di irreversibilità. Il sisma del 1980 contribuì ad apportare ulteriori dissesti. Crollò una delle volte dell’edificio, con la perdita di una interessante testimonianza di struttura voltata leggera settecentesca. A seguito di questo avvenimento venne realizzato un intervento di sistemazione strutturale dell’edificio e di restauro delle facciate esterne. I lavori di completamento sono stati ultimati il 31 ottobre del 2001. Attualmente l’ex cappella è adibita a sala convegni e teatro; la Chiesa dell’Immacolata Concezione, chiamata comunemente “Cappella del ponte”, che fu edificata alla fine dell’Ottocento conserva un bell’altare, un tabernacolo sovrastato da una lapide raffigurante un ostensorio ed un ambone in pietra locale, proveniente dall’ex Chiesa del Convento dei Padri Mannarini. Nella Cappella sono conservati l’antico organo a canne positivo ed un confessionale in legno intarsiato dell’inizio secolo Novecento. La Cappella, inoltre, è pregiata di un grande Crocifisso e di varie statue, tra cui quella dell’Immacolata Concezione; la Chiesa di S. Rocco esisteva già nel secolo XVI ed era sede della Congrega del Purgatorio. È posta nella coda del paese, vicino alla scarpata della Chiesa Madre, subito fuori le antiche mura. Al suo interno si possono ammirare: un bell’altare in pietra locale, stucchi di notevole fattura, antichi lampadari e la statua di San Rocco (1700), nella sua nicchia sopra l’altare, scolpita dallo scultore campobassano Di Zinno, autore anche della statua di S. Nicola; la Cappella di S. Nicola sorge in aperta campagna, a circa cinque chilometri dal centro abitato, presso S. Angelo Altissimo, a 850 metri sul livello del mare. È stata eretta intorno al 1867 per le solerti cure del buon sacerdote don Nicola di Carlo, che ottenne l’autorizzazione dal Prefetto della Provincia per la riedificazione della Cappella nel luogo detto “Aia di S. Nicola”, “dove la popolazione di Lucito, memore dei benefici che per l’intercessione del Protettore S. Nicola di Bari giornalmente ottiene, va in ogni occorrenza a sporgere lagrime per ottenere grazie”. In questa Cappella ci si reca l’undici di maggio per prendere le statue di S. Nicola di Bari e S. Agnese e portarle in paese e la terza domenica di giugno, quando la popolazione, ricondotte in processione le statue in montagna, vi celebra la festa.




Da vedere anche il tratturo Celano-Foggia, Porta da Piedi, Porta Maggiore, i ruderi dell'Eremo di S. Angelo Altissimo. “

da Visit Molise





In occasione delle Elezioni europee di giugno 2024, Borghi d'Europa e Parlamento Europeo hanno deciso di riavviare il progetto di collaborazione informativa, per promuovere la partecipazione dei cittadini dei Borghi Europei all'evento elettorale e dare una solidità internazionale alla rinnovata scelta dei 40 Borghi per il prossimo quinquennio. Borghi d'Europa sceglierà un numero cospicuo di borghi dalla rete BELC - Rete europea di consiglieri regionali e locali.

Elezioni europee

6-9 giugno 2024 Perché è importante votare

Tra il 6 e il 9 giugno 2024 milioni di europei parteciperanno a plasmare il futuro della democrazia europea in occasione delle elezioni europee.



Si tratta di un momento unico in cui tutti noi possiamo decidere collettivamente sul futuro dell'Unione europea. Votare è sempre importante, a livello locale, nazionale o europeo. È un'ottima opportunità per esprimere la tua opinione sui temi che ti stanno a cuore.



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